viernes, 11 de mayo de 2012

Passeggiate IschitaneLe più belle escursioni nell'isola dei verdi vulcani





A Ischia l’orologio del tempo cominciò a battere 150.000 anni fa, quando emerse dal mare. Come Venere. Ma se la dea, fin dai primi battiti, rivelò tutta la sua maliziosa bellezza, per Ischia non fu così. Sospinta fuori dalle acque da una violentissima eruzione, essa si offrì alla luce nel suo aspetto peggiore: contorta, butterata, petrosa. Solo nei millenni si fece bella. Si coprì di verde, si distese, si armonizzò. Si fregiò di illustri città: Pithecusa, prima colonia greca d’Occidente; Aenaria, fiorente urbe romana. Ma esse, come alcuni villaggi preistorici (e, più tardi, medievali) furono sepolte dalle ceneri di eruzioni. Un mito antico (ma ancora circolante) le attribuì a Tifeo, imprigionato sotto l’Epomeo. Il Gigante ribelle, però, a volte s’acqueta. E allora l’isola si ammanta d’un incomparabile splendore.
Questa alternanza di caos e armonia, che ne ha scandito la storia, ha impresso sull’isola orme incancellabili.
Le scopriremo attraverso dieci piacevoli passeggiate, ricche di dati geologici e tecnici, corredate da cartine (in 2 e 3 dim.) e foto, da percorrere a piedi, in bici o in pullman. Attraverso crateri, oggi coperti dalle pinete volute dai Borboni e da boschi rigogliosi; tra fumarole e sorgenti termali bordati da profonde faglie; sul dorso di colate, punteggiate dai minerali di sanidino, che, in mare, formano incantevoli baie; ma anche tra depositi di fossili e ciottoli di antiche spiagge che, un bradisismo tutto ischitano, ha sospinto a centinaia di metri di quota. Passeggiate non solo all’insegna della natura. Ammireremo foss ‘a nev e cantine scavate nel tufo, antichi palazzi affacciati su corti e limoneti, borghi che attorniano chiesette, eremi e torri e, poi, il Castello Aragonese e il Museo Archeologico di Villa Arbusto. E tante altre memorie. Itinerari alla ricerca del passato, con il suo senso magico della vita, da cui è scaturito il presente.


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